A Favara il 21 e 22 Marzo un incontro per il “Mediterraneo casa comune”, con la dichiarazione dei giovani per la pace nel Mediterraneo e la costruzione dell’Atlante Storico delle Culture dei Popoli del Mediterraneo
Continuano le attività della Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo, convenzione firmata a Palermo nel Marzo 2022 da ottanta delegati di Albania, Algeria, Bosnia, Comunità Curda, Egitto, Francia, Grecia, Iraq, Italia, Libano, Libia, Macedonia del nord, Malta, Marocco, Palestina, Siria, Spagna, Tunisia, Turchia, con rappresentanti di associazioni, enti locali, personalità della cultura e del terzo settore.
Venerdì 21 e Sabato 22 Marzo prossimi alla Sala Agape del Convento di San Francesco a Favara (AG) si terrà l’incontro dal titolo “Mediterraneo casa comune”, un altro momento della costruzione dell’Atlante Storico delle Culture dei Popoli del Mediterraneo, che sarà anche l’occasione della condivisione con studenti e studentesse della dichiarazione dei giovani per la pace nel Mediterraneo. Parteciperanno all’incontro delegati della Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo dalla Turchia, Tunisia, Albania, Algeria, Macedonia del nord, Marocco e Italia.
Il programma dell''incontro promosso da Un'Altra Storia, sostenuto da Fondazione Sicilia e patrocinato dal Comune di Favara e da Medinova, prevede Venerdì 21 Marzo alle ore 9.30, dopo i saluti istituzionali, la condivisione della dichiarazione dei giovani per la pace nel mediterraneo, e nel pomeriggio alle ore 15.30 l’incontro del gruppo di lavoro della Convenzione per la costruzione dell’Atlante Storico delle Culture dei Popoli del Mediterraneo, incontro che continuerà Sabato 22 Marzo alle ore 9.30, mentre nel pomeriggio di Sabato alle ore 18 si terrà un incontro pubblico aperto a tutti sul tema “Mediterraneo casa comune”
Proprio in questi giorni nei quali i media di tutto il mondo parlano della corsa al riarmo soprattutto in Europa, la condivisone della dichiarazione dei giovani per la pace nel Mediterraneo assume una valenza molto importante. Sono ragazzi e ragazze che vivono, lavorano e studiano sulle quattro sponde del Mar Mediterraneo, preoccupati perché la regione, che storicamente è stata culla di civiltà e scambio culturale, è ora segnata da conflitti e instabilità. La loro preoccupazione si accresce mentre assistiamo ai continui attriti, violenze e turbolenze politiche che affliggono l’area, vedendo comunità distrutte, vite perse e futuri infranti dal ciclo incessante di conflitti. E l’area del Mediterraneo in questo contesto di corsa al potenziamento degli armamenti, può assumere un ruolo importante verso una reale politica di pace e disarmo.
E per consolidare il progetto della Convenzione dei Diritti nel Mediterraneo, che ha tra i suoi obiettivi l’affermare una concezione del Mediterraneo come nuovo spazio creatore di unaumanità che vuole vivere insieme, riconoscere le matrici comuni nella storia, nella geografia, nelle culture dei popoli del Mediterraneo, per ridare centralità ad una identità mediterranea plurale assunta come base delle relazioni tra i popoli dell’area, la costruzione di un Atlante della Culture dei Popoli del Mediterraneo diventa fondamentale. Nell’incontro del gruppo di lavoro per la costruzione di questo importante Atlante, si cercherà di creare un modello culturale che interpreti le esigenze fondamentali dell’insieme dei popoli del Mediterraneo, quali pace, salute, acqua, alimentazione, saperi, capacità, beni comuni pubblici caratterizzanti la realtà del Mediterraneo da tutelare, approfondire, sviluppare.
La strategia d’azione che si intende attuare pone alla base un rifiuto di qualsiasi forma di colonialismo culturale, un consapevole sviluppo delle relazioni cooperative tra Istituzioni locali e Società civile, il rispetto del patrimonio culturale e ambientale, la valorizzazione della memoria proveniente da una storia millenaria, l’impegno nella salvaguardia, recupero e valorizzazione delle identità e tradizioni locali. Nei confronti di questi beni comuni pubblici i popoli del Mediterraneo non sono solo titolari di diritti ma costituiscono un soggetto geopolitico collettivo attivo che si assume la responsabilità di promuovere l’Agorà degli abitanti del Mediterraneo, come massa critica vettore di cambiamento.
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